In questo periodo natalizio dove imperversano affollati mercatini, il Museo del Giocattolo di Canneto è una ottima alternativa per grandi e piccini. Un posto dal sapore antico nel moderno edificio che ospita anche il Museo Civico, dove ritrovare il sapore di una infanzia passata quando tutto l’anno si aspettava trepidanti l’arrivo di un meritato gioco da trovare sotto l’albero.

Per arrivare a Canneto sull’Oglio, nel cuore della Pianura Padana ci si può anche perdere. Percorrendo strade isolate in mezzo a campi coltivati e pianure punteggiate da qualche boschetto, all’improvviso si scorge un’alta torre quattrocentesca che introduce al centro storico del paese.

Il Torrione gonzaghesco tradisce le antiche origini del luogo e la presenza di edifici storici e artistici ne testimoniano l’importanza che ha avuto nei secoli. Situato lungo il fiume Oglio, la presenza di canne palustri che un tempo ricoprivano le sponde, ha dato origine al nome. Canneto nei secoli, ha goduto dei privilegi accordati dai Gonzaga e dalla Serenissima in termini economici e politici. Le profonde radici della tradizione artigianale e la capacità imprenditoriale dei cannetesi, hanno permesso di sviluppare dalla iniziale coltivazione del gelso, una vasta e rinomata attività vivaistica che da locale si è aperta a più vasti mercati europei. Ma non è tutto. C’è stato un momento nella storia del paese, che ha visto uno sviluppo industriale che lo ha portato ad essere conosciuto in tutto il mondo.

Tutto ha avuto inizio attorno agli anni Trenta dell’Ottocento, quando una illuminata e facoltosa borghesia decise di investire culturalmente nella vita del paese. Fu costruito un elegante Teatro interamente decorato in stile neoclassico che attirava compagnie teatrali fra le più famose, decretandone una fama che perdura ancor oggi. Furono aperti importanti istituti scolastici che attiravano studenti da tutte le provincie circostanti e nel 1899 anche la ferrovia fa la sua comparsa valorizzando il territorio e accrescendone lo sviluppo come importante via di comunicazione.

E proprio in questo periodo che si compie il miracolo economico che ha visto Canneto divenire, fino agli anni 80 dello scorso secolo, il più grande polo industriale del giocattolo a livello europeo. Quando attorno al 1880 un nobile mantovano fonda la prima fabbrica di bambole, nessuno avrebbe immaginato che Luigi Furga Gornini avrebbe dato il via ad una lunga storia di produzione del giocattolo che ha segnato l’infanzia di tanti bambini e bambine, di cui ancora oggi ne abbiamo memoria.

Questa preziosa tradizione industriale è conservata nel Museo del Giocattolo, dove sono ripercorse le varie fasi di lavorazione delle bambole, dalle prime artigianali alle più moderne e meccanizzate. L’industria del giocattolo vide sul territorio nel periodo fra le due guerre, una crescita esponenziale con l’espandersi dei piccoli terzisti e l’impiego di un sempre maggior numero di forza lavoro, Sul finire del secolo anche questo fervore si va a spegnere sulla scia dell’aumento del costo della manodopera e delle materie prime, lo scadere della qualità e l’arrivo sul mercato della concorrenza asiatica mettono definitivamente fine a un sogno durato più di un secolo.

Bisogna visitare il Museo per avere una seppur ridotta idea di questo miracolo della lungimiranza e potenza creativa industriale italiana, fondatore e precursore del Made in Italy che ci contraddistingue a livello planetario.

Nel percorso espositivo la sensazione di entrare in un mondo quasi fiabesco, riportandoci ai temi dell’infanzia attraverso il tempo. Ritroviamo i giocattoli in legno colorati e nostalgici, i cavallini a dondolo, le giostre, gli strumenti musicali e tantissime bambole. Tutte a loro modo affascinanti, che ci guardano con i grandi occhi scintillanti dalle vetrine; quelle di pannolenci con i vestitini ricamati a mano a quelle dal prezioso volto dipinto di porcellana biscuit, ai bambolotti con tutti i loro accessori per imparare a fare la mamma. Poi ci sono le “damine” vezzose, sgargianti, elegantissime, gradite alle signore in cerca di affetto che le posizionavano nei loro letti. I tempi si evolvono, le pupe diventano signorinette snelle, dalle lunghe gambe e dal volto armonioso, da personalizzare con eleganti accessori e lunghi capelli da pettinare. Una stanza raccoglie una vasta collezione di queste “bambole amiche”, Susanna, Silvye, Sheila e Simona che nel 1965 hanno rivoluzionato il modo di giocare delle bambine.  Provviste di un guardaroba adatto ad ogni occasione, facevano giocare a diventare grandi, immaginandosi già proiettate nel futuro.

www.museodelgiocattolofurga.it/

Di Stefania Mezzetti

Sono una giornalista viaggiatrice curiosa e instancabile, ho realizzato reportage e servizi da tutto il mondo a bordo dei treni più famosi e panoramici, su territori a volta inaccessibili ma sempre a caccia di emozioni. Il mio desiderio è portarvi con me viaggiando lungo le rotaie del mondo, per scoprire e conoscere mete affascinanti a volte inaspettate. Collaboro con vari magazine on line specializzati in viaggi e turismo, di grande diffusione mediatica.

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